Tabacco e inquinamento.

Intervista del di

Quanto inquina un mozzicone di sigaretta?

51.000.000.000! Si 51 miliardi è il numero di cicche di sigarette che vengono gettate a terra in un anno in Italia e non solo a terra, visto che i mozziconi rappresentano quasi la metà dei rifiuti risultanti dalla pulizia del Mar Mediterraneo, al primo posto rispetto addirittura a bottiglie di plastica, buste di plastica e lattine.
I mozziconi di sigaretta sono rifiuti altamente tossici, le sostanze chimiche contenute in una sigaretta, delle quali molte restano anche nella cicca e quindi poi si diffondono nell'ambiente, sono più di 4000.

Tra le sostanze che restano troviamo inquinanti che hanno comunemente un'azione cancerogena, tossica ed irritante quali ad esempio catrame, nicotina, ammoniaca, aldeide formica, acetato di cellulosa, polonio 210, benzene, gas tossici, etc.

E' proprio il caso di dirlo: il fumo nuoce gravemente alla salute, ma anche all'ambiente! Chiaramente l'incidenza di una cicca sull'inquinamento è minima, ma se consideriamo i numeri citati non è più così irrilevante. Se poi pensiamo che al mondo i fumatori sono circa un miliardo e mezzo ci rendiamo conto della consistenza e della gravità del fenomeno (centinaia di tonnellate/anno di composti chimici pericolosi).
Le cicche non solo inquinano, ma causano gravi danni anche all'ecosistema marino. I pesci, infatti, spesso ingeriscono accidentalmente i mozziconi con conseguenze letali. L'ingestione accidentale anche di un solo mozzicone può avere inoltre effetti gravissimi anche sugli esseri umani, in particolare nei bambini. Anche uccelli, pesci e tartarughe e animali domestici possono accidentalmente ingerire i mozziconi. Insomma i danni sono incalcolabili.

Sulla base di questi dati molte città italiane ( Cremona, Lecce, Ferrara, Trento, etc.) hanno indetto delle campagne per limitare al massimo la quantità di mozziconi gettati a terra o in spiaggia prevedendo multe elevate.
Inoltre molte associazioni ed Enti di ricerca, di concerto, hanno indetto giornate dal tema "tabacco e inquinamento" per valutare l'entità del fenomeno e trovare soluzioni di smaltimento di questi dannosissimi rifiuti.

L'ultimo incontro in ordine cronologico si è tenuto a cura dell’ENEA il 13 giugno scorso durante il quale sono state presentate delle relazioni relative agli aspetti dell’impatto ambientale del tabacco e a nuove ed interessanti tecniche di smaltimento provate in via sperimentale da ENEA- Eko-technology. 
Sentiamo direttamente dalla voce di uno degli organizzatori, Carmine Ciro Lombardi  a che punto sono le ricerche e cosa  è in progetto per il futuro. 

Ci sono davvero così tante sostanze chimiche tossiche in una cicca di sigaretta?

Si è vero, nelle cicche è possibile trovare un numero elevato di agenti chimici pericolosi sia per la salute dei cittadini che per l’ambiente. Il fumo di tabacco, definito come l’agente cancerogeno più diffuso al mondo, infatti è costituito da un complesso miscuglio di oltre 4000 composti chimici diversi ad azione tossica, nociva, cancerogena e pericolosi per l’ambiente.
Le cicche grazie all’azione filtrante sia della colonna di tabacco che dell’acetato di cellulosa, costituente principale del filtro accumulano molte delle sostanze chimiche prodotte dalla combustione del tabacco. Le principali sostanze pericolose presenti nelle cicche sono: Nicotina, catrame, gas tossici, idrocarburi policiclici aromatici, benzene, aldeide formica, toluene, polonio-210, catrame, ammoniaca, benzopirene, catecolo, metalli pesanti, etc.
Il carico inquinante per singola cicca è relativamente basso, ciò che amplifica l’impatto sull’ambiente è l’elevato numero di fumatori che stando ai dati 201 ISTAT-ISS, abbandonano in ambiente 140 milioni di cicce al giorno che corrispondono a più di 51 miliardi di cicche anno.


Qual'è l'impatto ambientale dei rifiuti prodotti dal fumo nelle città?

L’Ambiente è il bersaglio finale di diverse fonti in inquinamento, anche se queste non vengono considerate sempre allo stesso modo: per alcune, come discariche e insediamenti industriali, esistono leggi e una gestione ad hoc; altre, altrettanto pericolose, sono state ad oggi ignorate
Per le cosiddette “cicche” di sigaretta, ad esempio, non è mai stata messa in atto una politica di gestione, infatti a tutt’oggi, queste vengono dispersione in modo incontrollata nell’ambiente, sebbene diversi studi nazionali ed internazionali abbiamo da tempo dimostrato che le cicche contengono un mix di migliaia di composti chimici altamente pericolosi.
Le cicche di sigaretta non solo deturpano il territorio ma inquinano in modo importante infatti immettono in ambiente svariate tonnellate di composti chimici pericolosi:
Nitotina: 230 tonnellate
Polonio-210: 1.325 milioni di Bq
Gas tossici: 16 tonnellate
Acetato di cellulosa: 8.600 tonnellate
Composti organici volatili: 1270 tonnellate

E nelle acque?

Le cicche sono rifiuti difficilmente biodegradabili, attualmente a causa di carenze normative vengono gettate in ambiente senza nessun criterio. Quando piove, queste vengo raccolte dalle acque di ruscellamento e trasportate attraverso i condotti fognari nei fiumi e nel mare. Un rapporto dell’United National Environmental program (UNEP), ha evidenziato che le cicche sono al primo posto nella top-ten dei rifiuti che inquinano i mari di tutto il mondo, il Mediterraneo in particolare. Le cicche ingerite in modo accidentale sono responsabili ogni anno della morte di almeno un milione di pesci, tartarughe e uccelli marini
Se immersa in acqua la cicca diventa un dispensatore di composti chimici pericolosi. A contato con l’acqua infatti le cicche rilasciano i composti chimici accumulati con relativa contaminazione delle acque superficiali e marine. Test tossicologici hanno messo in evidenza che estratti acquosi di cicche presentano una elevata tossicità acuta su pesci, crostacei e batteri.

Naturalmente i danni si estendono anche all'aria che respiriamo, non è così?

Sicuramente, la nuvoletta di fumo prodotta dalle sigarette non è innocua. Il fumo di sigaretta sia attivo che passivo è stato definito dalla IARC come cancerogeno di classe 1, ossia come agente per cui esistono evidenze certe di provocare il cancro. Fumare una sigaretta significa immettere nell’aria un miscuglio di gas, vapori e polveri sottili.
Ci sono molti studi che mettono in evidenza che il fumo di tabacco è il più importante fattore di contaminazione degli ambienti indoor. Fumare un sigaretta in ambienti poco ventilati infatti comporta un incremento importate della concentrazione di diversi inquinanti come benzene, ossido di carbonio e polveri sottili
La combustione del tabacco, come detto produce anche polveri sottili, frazione compresa in quello che comunemente viene chiamato PM10. Il contributo di tale fonte è rilevante ma non risulta in nessun documento ufficiale. Quando si fuma una sigaretta in un ambiente confinato (stanza, ufficio) la concentrazione delle polveri fini può superare di decine di volte il valore limite urbano di 50 mg/m3.
La combustione completa di una sigaretta produce circa 40 mg di particolato sottile, ossia 40.000 g di polveri sottili (di diametro minore di 1m). Se fumiamo in modo completo una sigaretta in una stanza poco ventilata la concentrazioni di polveri può arrivare anche 800 g/m3. In pratica avviene il superamento di circa 20 volte il limite urbano.
Studi dell’Istituto tumori di Milano hanno messo in evidenza che nei cortili delle scuole durante le ore dell’intervallo la concentrazione di polveri sottili è in medio otto volte superiore al normale. Recenti studi dell’ENEA hanno messo in evidenza che a livello urbano, le emissioni di polveri prodotte dai fumatori e dalle auto diesel sono confrontabili. L’unica differenza sta nel fatto che per quanto riguarda le emissioni autoveicolari esistono precise norme e regolamenti, per la combustione del tabacco non esiste nessuna norma.
Le polveri sottili, indipendentemente dal tipo di sorgente prodotte, sono ritenute responsabili di importanti effetti sulla salute, in particolare per quanto riguarda tumori, malattie cardiovascolari e respiratorie.

Quali vantaggi si otterrebbero da uno smaltimento dei residui di sigarette?

Poche persone sono a conoscenza del fatto che le cicche contengono migliaia di composti chimici pericolosi in grado di contaminare il suolo e le acque superficiali. Queste carenza conoscitive, unitamente alla mancanza di norme, sono responsabili della elevata concentrazione di cicche sui marciapiedi, nelle strade, nei siti archeologici di tutto il mondo. È necessario orientare la raccolta dei rifiuti facendo riferimento alle possibilità di un recupero sia dell’energia che della materia.
Per le cicche dovrebbe essere messo un sistema di raccolta differenziata attraverso la messa a disposizione il più diffusamente possibile di appositi contenitori per le cicche sia personali che pubblici.
I vantaggi di un sistema di raccolta sono delle cicche sono molteplici:
Evitare che le cicche vadano disperse nell’ambiente con il conseguente rilascio del loro carico inquinante
Migliorare il decoro urbano, ridurre l’impatto sulla fauna selvatica e sui microrganismi acquatici importanti per la catena alimentare
Ridurre le spese di raccolta, si ricorda che i Comuni di molte città spendono cifre considerevole per rimuovere le cicche, con risultati non sempre positivi
Utilizzare un rifiuto, fino a questo momento mai preso in considerazione per la produzione di energia.

Quali misure sarebbe opportuno adottare?

Promuovere campagne informative e di sensibilizzazione sulla pericolosità delle cicche e sulla modalità di gestione di tale rifiuto. Lo scopo è quello di modificare i comportamenti dei fumatori, attraverso la promozione dell’utilizzo dei posacenere, sia di quelli attualmente presenti nelle strade che di quelli personali.
Messa a disposizione dei cittadini di appositi raccoglitori personali delle cicche attraverso la promozione della vendita dei “mozzichini” in svariati esercizi commerciali a cominciare dalle tabaccherie, giornalai, centri commerciali, etc. Trasformare le conoscenze in comportamenti virtuosi e più in linea con la protezione dell’ambiente.
Imporre, attraverso apposite ordinanze, ai titolari di pubblici esercizi, di singoli condomini, banche, centri commerciali, etc. di dotarsi di adeguati posacenere, da collocarsi esternamente all’ingresso del proprio locale. Promuovere la raccolta differenziata di tale rifiuto per possibili utilizzi futuri.

Esistono già dei tentativi sperimentali di riciclaggio di questi rifiuti? 

Attualmente non esiste nessuna metodologia ufficiale per quanto riguarda il riutilizzo delle cicche ; queste sono considerate un rifiuto urbano non pericoloso e come tale gestito. Una buona parte finisce in discarica e una piccola parte negli inceneritori.
Recentemente, anche alla luce dei problemi posti dalla gestione dei rifiuti e dalle discariche, si stanno sviluppando una serie di possibili impieghi delle cicche.
Per l’ENEA, il rifiuto cicche contiene un notevole contenuto di energia: le cicche, raccolte in modo differenziato possono essere usate per produrre energia elettrica e calore con metodi innovativi a basso impatto ambientale. L’ENEA propone l’utilizzo delle cicche per produrre energia in impianti di pirogassificazione.

Le cicche contengono anche acetato di cellulosa, sostanza utilizzata in passato per produrre indumenti e coperte. Sono allo studio tecniche di lavaggio che permettono l’estrazione dei composti pericolosi accumulati nelle cicche. Una di queste tecniche (lavaggio delle cicche con soluzioni acquose di bicarbonato di potassio) è stata sviluppata presso l’università di Napoli. La metodologia, suggerita da ENEA ha vinto il terzo premio al concorso Nazionale Cretive Cluster, bandito dal più grosso incubatore d’impresa del Sud Italia, sito presso la città della scienza a Bagnoli, Napoli.

Recentemente ricercatori cinesi hanno messo in evidenza (Engineering Chemistry Researc) che alcuni prodotti estratti dalle cicche posseggono la capacità di proteggere l’acciaio dalla corrosione.
Come visto le cicche possono diventare una risorsa ad ampio spettro, ovviamente per il loro utilizzo futuro è necessario procede ad una loro raccolta per quanto più possibile pulita da altri tipi di rifiuti

 

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